Bau House: Blowing in the wind

Bau House: Blowing in the wind.



















Robert Zimmerman nasce il 21 maggio 1941 a Duluth nel Minnesota. A 10 anni impara a suonare la chitarra, a 15 scrive la sua prima canzone dedicata a Brigitte Bardot. Adolescente inquieto scappa di casa sette volte, l’ultima nel 1960, per non tornarvi più. Nel 1962 prenderà il nome di Bob Dylan in onore del poeta Dylan Thomas. Viaggia per gli States in autostop, suona la chitarra nei cabaret fra uno strip-tease e l’altro accompagnandosi con l’armonica. Il folk tradizionale è il suo repertorio. Nel 1961 si reca negli stati dell’est per visitare Woody Gutry, cantante folk girovago e suo idolo, ricoverato in un ospedale del New Jersey. Incide il suo primo disco nel 1962 per la CBS, alcune canzoni sono sue, le altre arrangiamenti e traduzioni. Nel 1963 incide The freewheeling Bob Dylan , solo canzoni sue.

Blowin’in the Wind è la prima della lista:

How many roads must a man walk down

Before you can call him a man….

the anwer my friend is blowing in the wind

The answer is blowing in the wind…:

La risposta soffia nel vento, recita il ritornello.

Facciamo un balzo nell’antichità mediterranea, a Cuma, nell’antro della Sibilla, sacerdotessa d’Apollo e famosa per i suoi oracoli. S’interrogava la sacerdotessa ed essa, entrata in trance, scriveva il responso su foglie secche che venivano affidate e confuse dal soffio del vento che soffiava all’ingresso dell’antro. Responsum in vento flat: la risposta soffia nel vento, dicevano anche gli antichi.


Nell’immagine: cover del disco inciso da Dylan per la CBS nel 1963

Rif.: Bob Dylan – Tarantula- Bantam Books, New York 1972;

Fernanda Pivano – Bob Dylan, blues, ballate e canzoni – New Compton , Roma 1972


1 commenti:

Fiamma Tortoli ha detto…
Pazzesco! bellissimo ricordo! Almeno per me…
Io c’ero nell’inverno 1963/64 a NY. Avevo 5 anni e mezzo, ero arrivata con il transaplantico Leonardo da Vinci e mi ricordo i grattacieli, la canzone di Bob Dylan e noi con un pulmino Volkswagen preso in Germania, bianco e giallo, esattamente uguale a quello di questa copertina, ci apprestavamo a fare la traversata degli Stati Uniti on the road… per arrivare un mese dopo in California, dove ci fermammo per quasi un anno, a Carmel, Monterey. Un ricordo indimenticabile, direi magico!
Grazie Gilberto di questo post!
Un abbraccio e tanti cari auguri! 🙂 Fiamma

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